lunedì 15 febbraio 2010

MADRE E PADRE

MADRE E PADRE


MOZART
La mamma...
Cielo del mio cielo, il mio vortice
prima sinfonia, cascata d’azzurro.
Nei miei giochi, nel mio bambino
c’è lei, festa di luce.
Corriamo insieme nel lungo viale di tigli del parco.

MAMMA
Ohhh! Il respiro sempre avaro,
fermiamoci... in piccole radure,
su profumate distese di violette,
su tappeti di foglie rosse.

MOZART
Il sole filtra tra i rami
vieni, fermiamoci, aspettiamo,
chiamiamo, supplichiamo.

MOZART-MAMMA
Aspettiamo...
che nel petto la freschezza dell’aria ritorni
a spegner la sete,
a riempire il vuoto della gola e del cuore.


MOZART
Piccoli eterni momenti di tenerezze e sussurri
in questi angoli del parco
che aprono i miei occhi a visioni incantate.
Ogni foglia una stella viva e brillante,
accesa e palpitante
che vibra per me.
Il nostro sguardo sul prato
distesa di verdi e d’ azzurri,
tra macchie di fiori
e costellazioni di violette.
Qui, ora, il mio cuore bambino si tuffa
come stella luminosa
in te, amore del mio Cielo.
E la musica... la musica
che sale, prorompe
e il mio cuore s’ incanta.
Suoni vibranti che escono a fiotti
mentre, il viso accarezzo,
al petto t’ abbraccio.
Mamma!
Seno non succhiato, calore mancato
fatto Sogno. Oh, sogno creduto!
Apri il mio sguardo
spalanca il mio orecchio
su chimere di suoni, note, arpeggi e armonie.
“Chi Sono”, ancora non so.
Tu mi conduci in fondo al sentiero.


MAMMA
Nascosto da veli di grande silenzio
serbo un ricordo impresso nel tempo,
è il dono per te, Wolfang bambino.
Tra i viali del parco nel freddo mattino,
nell’aria pungente che apre il mio petto,
col vivo dolore ritrovo il ricordo.
Ti parlo di lui, dell’uomo che amo
il solo che è qui, a regnar sul mio cuore.


MOZART
Mi sveli un amore che conta i miei anni

PADRE
Ti svela un amore che conta i tuoi anni.

MAMMA
Racconto di stanze segrete e gentili,
di complici baci, di abbracci donati.
Parlo di candide coltri gioiose
rivelo di mani forti e regali.


PADRE
Racconta di cose lontane e terrene
impresse nel cuore di Wolfang bambino,
quando tra giochi, sguardi, e carezze
al Genio s’ apriva il grande destino.


MOZART
Parli di me e fissi il mio sguardo,
e il vivo ricordo s’inonda di luce,
entri nel cuore attraverso i miei occhi
e io mi perdo in un fiume di forza.
In fondo ai miei occhi
abbracci il tuo uomo
e ancora una volta accogli la vita.
Così oggi io nasco al mio stesso sapere,
così oggi io schiudo nel ricordo rinato,
la sorgente da cui attingo il respiro.
Così mi regali il Padre con l’uomo
e dico: “...Io sono” al mio stesso destino,
qui nell’ istante si apre l’eterno...
Io nasco bambino di seme divino.


PAPÀ E MOZART
La mamma, è Sorgente di note geniali,
è la donna del Sogno che ho ritrovato,
figlio a me stesso rinasco al ricordo
e dalle emozioni mi lascio portare.
La donna, è il Cielo dell’ Anima Nuova,
lei apre a visioni celate nel cuore,
a musiche eterne che tu puoi sentire
se dagli abbracci ti lasci portare.

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